Fotografi famosi: chi era Ansel Adams e cos’è il sistema zonale?

fotografia di paesaggio di ansel adams

Rieccoci con un nuovo appuntamento della nostra rubrica “Fotografi Famosi”. Questa volta ci dedicheremo a un fotografo di paesaggi, forse il più famoso della storia della fotografia in bianco e nero. Sto parlando di Ansel Adams, fotografo pionieristico sotto tanti aspetti, sia ambientali che fotografici.

Scendiamo più nello specifico e scopriamo insieme la storia del fondatore del gruppo f/64, dell’inventore del sistema zonale e della foto di paesaggio più iconica al mondo.

Sommario

La leggenda del fotografo ambientalista

Almeno una volta nella vita vi sarà capitato di leggere, sentir nominare o osservare qualche opera di Ansel Adams. E non sto parlando solo di un’esclusiva degli appassionati di fotografia ma di tutti gli appassionati di arte e cultura in generale.

Perché la verità è questa, Ansel Adams non rientra nella rubrica dei fotografi famosi solo per i suoi scatti unici ma anche per l’apporto che ha dato all’universo fotografico. Con la sua inventiva, la sua creatività e il suo ingegno, Ansel Adams è un fotografo leggendario che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della fotografia e della conservazione ambientale. Ma partiamo dall’inizio.

Storia di Ansel Adams: il fotografo del bianco e nero

Era il 1902 quando il 20 febbraio nacque a San Francisco Ansel Adams. Sin dagli anni dell’adolescenza il fotografo statunitense mostrò un forte interesse per la natura e la fotografia. A 14 anni, infatti, ebbe in regalo la sua prima macchina fotografica con la quale iniziò ad esplorare i paesaggi californiani della Sierra Nevada.

Qualche anno dopo Adams si unì al Sierra Club, un’organizzazione ambientalista che favorì la fusione delle sue due passioni. Fotografia e natura infatti si unirono per dar vita alle prime fotografie di paesaggio di Adams il quale, con grande maestria, fu in grado sin da subito di ritrarre e trasmettere perfettamente la grandiosità dei paesaggi montani.

Verso i 30 anni Ansel Adams fondò un gruppo di fotografi chiamato f/64 e durante il corso della sua carriera, si dedicò anche alla scrittura, all’insegnamento e alle conferenze sempre in ambito fotografico. Adams continuò a fotografare e a impegnarsi nell’attivismo ambientale per tutta la sua vita. Le sue fotografie furono spesso utilizzate per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla bellezza e l’importanza dei paesaggi naturali e sulla necessità di preservarli.

Ansel Adams morì il 22 aprile 1984, lasciando un’eredità duratura nel mondo della fotografia. Le sue fotografie iconiche sono ampiamente esposte e collezionate in tutto il mondo, e il suo lavoro ha influenzato generazioni di fotografi, ispirandoli a catturare la bellezza della natura e a difendere la sua conservazione.

La fotografia “pura” del gruppo f/64

Aprendo una piccola parentesi su un periodo in particolare della vita di Adams, ritorniamo ai suoi 30 anni e a quando formò il gruppo f/64. È importante e necessario parlare di questo gruppo dal momento che, con esso, si apre uno scenario di fotografia moderna in cui veniva promossa la fotografia come forma di arte e venivano sperimentate tecniche innovative. Una di queste fu, per esempio, la tecnica delle aperture piccole di diaframma.

Si trattava di un’associazione di fotografi composta da Ansel Adams, Edward Weston, Imogen Cunningham e altri artisti che decisero di chiamarsi “f/64” proprio per l’impostazione di piccola apertura (f/64) che caratterizzava le loro fotografie. Il loro scopo era quello di promuovere una fotografia nitida e dettagliata utilizzando piccole aperture per ottenere una profondità di campo estesa.

Proprio perché il gruppo f/64 credeva fermamente nella fotografia come forma d’arte, l’interesse era quello di sottolineare la necessità di evidenziare la bellezza e la geometria della natura attraverso un’approfondita resa dei dettagli e nitidezza delle immagini. I membri del gruppo erano influenzati dal movimento modernista e cercavano di allontanarsi dagli stili fotografici più morbidi e sfocati del periodo.

Credevano nella purezza della fotografia come mezzo di espressione artistica e si concentravano sulla rappresentazione accurata della realtà. La tecnica dell’apertura f/64 consentiva loro di catturare in modo dettagliato ogni elemento dell’immagine, dal primo piano fino all’orizzonte, ottenendo così una nitidezza e una chiarezza sorprendenti.

Molto semplicemente, il gruppo f/64 rifiutava l’uso di effetti sfocati o manipolazioni e si concentrava sulla presentazione diretta e senza fronzoli del soggetto fotografato mettendo in risalto la rappresentazione accurata della realtà e la bellezza dei dettagli.

Il sistema zonale di Ansel Adams: cos’era?

Tuttavia, ancor prima della creazione del gruppo f/64, il trentenne Ansel Adams sviluppò un personale sistema fotografico chiamato “sistema zonale“. Chiamato anche zona system, questo era un un metodo di esposizione e sviluppo che consentiva al fotografo di controllare la gamma dinamica dell’immagine e di ottenere dettagli e tonalità complete in tutte le sue aree.

Se Ansel Adams viene definito leggenda della fotografia in bianco e nero un motivo ci sarà. Amante dei dettagli e della rappresentazione della realtà attraverso la fotografia, Adams diede vita al sistema zonale attraverso il quale si riuscivano ad ottenere dettagli e tonalità complete in tutte le aree dell’immagine, dalle zone di ombra più profonda alla quelle con le luci più brillanti. Il sistema si basa sulla suddivisione della gamma tonale in 11 zone, dall’ombra pura (zona 0) alla luce più brillante (zona 10).

Il suo obiettivo era quello di ottenere una corretta esposizione così da guadagnare più dettagli possibili in tutte le zone tonali anche in fase di sviluppo. In fase di scatto Adams utilizzava un esposimetro a luce incidente per misurare la luce che colpiva il soggetto e determinare le diverse zone tonali presenti nella scena.

In fase di sviluppo, invece, regolava il tempo di sviluppo e l’agente chimico in base alle diverse zone presenti nell’immagine. Le zone più chiare richiedevano meno sviluppo per evitare la sovraesposizione, mentre le zone più scure richiedevano un maggior sviluppo per evitare la sottoesposizione.

Questo approccio così innovativo gli permise di creare fotografie di grande impatto emotivo, caratterizzate da tonalità ricche e contrasti intensi.

Il curioso racconto della foto “Moonrise” di Ansel Adams

Quando si cercano informazioni su Ansel Adams spesso capita di impattare con la fotografia “Moonrise, Hernandez, New Mexico”. Il perché di tanto clamore di questo scatto risiede nelle condizioni in cui fu immortalato il momento.

Proprio in perfetta linea con la filosofia di Ansel Adams, questa foto racchiude in sé tutto il percorso del fotografo americano. Da un lato c’è una fotografia di paesaggio, dall’altro c’è un fotografo appassionato di natura che cerca di con tutte le sue forze e capacità di contrastare la fugacità del tempo. 

La foto “Moonrise, Hernandez, New Mexico” di Ansel Adams è una delle sue opere più celebri e iconiche proprio per questo. Scattata il 1 novembre 1941, la foto mostra la luna che sorge sopra un paesaggio desertico, con una croce e un cimitero in primo piano.

La foto è ammirata per la sua composizione impeccabile e l’uso magistrale della luce. Adams catturò l’immagine in condizioni difficili, poiché la luce stava svanendo rapidamente e doveva agire in fretta per scattare la foto. Sfruttò al massimo il suo sistema zonale per ottenere dettagli sia nelle ombre che nelle luci.

“Moonrise” rappresenta un momento fugace e cattura la bellezza maestosa della natura. È ampiamente considerata una delle foto più importanti nella storia della fotografia, riconosciuta per la sua profondità emotiva e il senso di misticismo che trasmette.

La foto ha una vasta popolarità ed è stata oggetto di esposizioni, pubblicazioni e riproduzioni in tutto il mondo. È diventata un’icona della fotografia di paesaggio e da sola ha contribuito a consolidare il ruolo di Ansel Adams come uno dei più grandi fotografi di tutti i tempi.

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