L’articolo di questa settimana non è stato scelto a caso. Quello in cui ci troviamo è un mese importante, non solo perché quello estivo ma anche perché, esattamente ad agosto, viene fatta risalire la nascita della nostra più grande passione: la fotografia.

Camera oscura

Va da sé, che per degli appassionati come noi, questo mese non poteva passare inosservato. Per questo motivo ci sembrava giusto ricapitolare il tutto fissando un’origine vera e propria. Questo articolo nasce, dunque, per rispolverare un po’ la storia della fotografia ripercorrendo il suo cammino dal primo giorno della scoperta fino ad oggi.

Quella che faremo insieme sarà una passeggiata tra fatti e curiosità, con il solo scopo di rimettere insieme i pezzi un po’ sparsi di storia e ricreare un percorso ordinato e coerente con ciò che è realmente accaduto.

Pronti a partire? Vediamo insieme dove tutto è (realmente) iniziato e perché esistono così tante date attribuite alla nascita della fotografia.

Sommario

19 agosto 1939: lì dove tutto ebbe inizio

19 agosto 1939: perché proprio questa data? Se vi state ponendo questa domanda non avete tutti i torti. Nell’elaborare questo articolo, infatti, è stata effettuata una ricerca approfondita in cui la scelta sulla reale data da attribuire alla nascita della fotografia non è stata rapida e automatica. Esistono talmente tanti inizi che sceglierne uno sembra quasi equivalere a dire il falso.

Per questo motivo è bene precisare che il voler fissare questa come data iniziale, nasce dalla scelta editoriale di farla coincidere con la presentazione ufficiale a livello accademico. Lunedì 19 agosto 1839 è, infatti, riconosciuto come il giorno in cui Louis Daguerre, durante una riunione congiunta dell’Accademia francese delle scienze e dell’Académie des Beaux Arts, rese pubblica la prima immagine catturata con la fotocamera Daguerreotype.

nascita della fotografia Dagherrotype
Fotocamera dagherrotipo

In questo preciso momento, il brevetto veniva pubblicamente annunciato al governo francese che definì la fotografia come un dono “libero al mondo”. Almeno su carta, questo è l’inizio del tutto, ma vediamo insieme come e da chi prese ispirazione Daguerre.

Quando e chi ha scattato la prima fotografia?

Per essere ancora più precisi, però, è bene fare un ulteriore salto nel passato di circa 13 anni. In questo periodo c’era già qualcun altro ad aver intuito il potenziale di una camera oscura.

L’eliografia di Nicéphore Niépce

La cour du dolmaine du GrasJoseph Nicéphore Niépce

Se vi stavate chiedendo quale fosse la prima fotografia sopravvissuta scattata al mondo, questa è proprio “Vista dalla finestra a Le Gras” di Nicéphore Niépce (foto che potete osservare in alto). A livello cronologico, fu proprio Niépce nel 1926 a effettuare il primo scatto della storia attraverso il sistema innovativo che aveva ideato. Si tratta dell’eliografia, il predecessore del poi perfezionato dagherrotipo.

In pratica Niépce capì che catturando la scena con una camera oscura proiettata su una lastra di peltro ricoperta di bitume di Giudea, questo si induriva nelle zone illuminate. Nelle parti scure, invece, restava solubile, zone che potevano tranquillamente essere lavate via con una miscela di olio di lavanda e petrolio bianco. Purtroppo c’era un problema: l’esposizione alla luce necessaria nella fotocamera era molto lunga.

Negli appunti di Niépce dei processi fotografici, i tempi d’esposizione previsti andavano dalle 8 ore, arrivando addirittura a durare per giorni. Purtroppo Niépce oggi viene ricordato come un inventore sfortunato che non fece altro che lasciare un’immensa eredità al suo collaboratore Daguerre.

Il dagherrotipo di Louis Daguerre

E così, nel 1833, dopo la morte di Niépce, Louis Daguerre si ritrovò con una fortuna tra le mani. Consapevole, però, dell’ancora limitato processo fotografico dovuto ai lunghi tempi di esposizione, il chimico francese continuò a lavorarci.

Sfruttando anche gli studi dello scienziato tedesco Johann Heinrich Schultz, Daguerre prese in considerazione le proprietà fotosensibili dei sali d’argento. Per il processo che alla fine fu chiamato dagherrotipo, Daguerre creò così una nuova lastra. Partendo da un sottile foglio di rame argentato esposto al vapore emesso dai cristalli di iodio, capì che si sarebbe prodotto un nuovo rivestimento sensibile alla luce fatto di ioduro d’argento

Anche questa lastra nella fotocamera richiedeva un’esposizione molto lunga per produrre un’immagine distinta, ma Daguerre scoprì che i tempi potevano essere notevolmente ridotti sviluppando in un secondo momento l’immagine. Sebbene non si possa ritenere il primo fotografo della storia, grazie a Daguerre si può parlare di primo procedimento fotografico per lo sviluppo di immagini.

Periodo pre-fotografico: dalla pittura allo scatto

Ma cosa c’era prima della nascita della fotografia? Di strumenti per registrare il mondo ce n’erano eccome! Bastava un occhio critico, una mano artistica e un cavalletto. Ed è esattamente con questo umore scettico che la società accolse la nuova invenzione del secolo.

Sin da subito, le reazioni dei più furono avverse rispetto a questa nuova tecnica futuristica che, tutto aveva, tranne il potere evocativo della pittura. Il confronto tra un’arte manuale antica quanto il mondo e un’appena recente tecnica meccanizzata, non aveva senso di esistere.

Delacroix - La Repubblica
Eugene Delacroix, Odalisca, 1857 (a destra), e fotografia di nudo dall’album di Delacroix (a sinistra)

La possibilità di trasmettere e percepire sensazioni ed emozioni attraverso un quadro stava davvero per essere minata come credevano? La verità è che dietro tutti questi dubbi c’erano motivazioni economiche e sociali a fare da sostegno. D’improvviso, anche i pittori più ricercati e affermati capirono di trovarsi davanti a un bivio: adeguarsi e adattarsi alle nuove tecniche fotografiche o restare indietro e perdere clienti?

In questo contesto, se da un lato c’erano i fotografi che, arresi, si consegnarono all’arte del ritratto fotografico, dall’altro lato emersero i pittori mancati che per quelle vie non erano riusciti ad avere successo. A tal proposito, Baudelaire si riferì alla fotografia come un “rifugio”, sicuramente più semplice, “di pittori mancati…troppo pigri per completare i loro studi”.

Fine 1800, tra accettazione e negazione di questa nuova “arte pittorica”

Tra i nuovi esponenti di “pittori mancati” c’era Felix Nadar, giovane parigino conosciuto per le prime foto aeree nella storia, e non solo. Nell’occhio del ciclone di questo dualismo pittura-fotografia, si destreggiava Nadar che, iniziando a fotografare amici e parenti, riuscì a costruirsi una buona fama di fotografo del tempo.

Proprio come nei migliori dipinti, attraverso i suoi ritratti fotografici si riusciva a percepire la personalità dei soggetti. Con la sua capacità di relazionarsi a loro, Nadar è il primo a trasformare la visione della fotografia da documentaristica a poetica. Esattamente quello che mancava per completare definitivamente il processo della nascita della fotografia.

I primi scatti di Nadar
Autoportrait tournant – Felix Nadar

Periodo post-scoperta: come si è evoluta la fotografia fino ad oggi

Dalla seconda metà del 1800 il contesto fotografico inizia a prendere le sembianze di quello che conosciamo noi oggi. Si parla di invenzione degli obiettivi fotografici, utili per mettere a fuoco l’immagine ritratta. E si parla anche di pellicole in celluloide con le quali, verso la fine del 1800, si inaugurò definitivamente l’inizio della fotografia moderna.

A partire dal 1889 ci fu un excursus di eventi di rilievo per quel che concerne il progredire fotografico. Iniziò la commercializzazione delle pellicole Kodak, 4 anni dopo ci fu la prima foto subacquea e verso il 1935 la Kodak ripropose la novità delle pellicole, ma stavolta per una fotografia a colori.

Nel 1895 i fratelli Lumière diedero vita alla cultura cinematografica e nel 1905 l’editore Gilbert Hovey Grosvenor utilizzo per la prima volta uno scatto fotografico tra le pubblicazioni giornalistiche del National Geographic.

National Geographic Magazine editor, Gilbert H. Grosvenor at work at the National Geographic Headquarters in Washington D.C., 1914. Photograph by Leet Brothers

Nascita della fotografia digitale

In maniera parallela, nel frattempo, si stava lavorando, perfezionando e sperimentando su un concetto tutto nuovo di fotografia: quella digitale. Fu proprio un ricercatore della Kodak, Steven Sasson che, nel 1975 propose alla società la prima macchina fotografica digitale creata da lui.

All’inizio aveva 0,01 megapixel, scattava foto in bianco e nero e registrava i dati su una cassetta. Il modello successivo fu quello poi commercializzato ufficialmente nel 1981, con immagini dalla risoluzione di 570 × 490 pixels e salvataggio su floppy disk.

nascita della fotografia - prima macchina digitale
Prima macchina fotografica digitale di Steven Sasson

In seguito è iniziata la corsa alla creazione della macchina fotografica digitale più compatta, più prestante e più accessibile economicamente. Marche rinomate come la Kodak, la Leica, la Nikon e la Canon si sono affermate proprio negli inizi del 2000 fino ad oggi con i loro numerosi modelli.

Una corsa che, in realtà, non si è mai fermata e che, ogni volta, mette in crisi amatori e professionisti come noi che non possono far altro che restare aggiornati e aspettare, impazienti, le nuove uscite.

Per questa nostra passione, siamo qui oggi a ricapitolare e a festeggiare gli 83 anni di una storia piena e meravigliosa, la stessa che ci permette oggi di lavorare facendo ciò che amiamo di più: fotografare.

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