L’allungamento dei tempi di scatto o l’incremento dell’apertura del diaframma determinano inevitabilmente che una maggiore quantità di luce colpisca il sensore e questo, soprattutto nelle foto diurne, può portare all’ottenimento di immagini sovraesposte.
Se ad esempio volessimo scattare una foto con un diaframma molto aperto (valore f basso) per ottenere un’effetto sfuocato in pieno giorno, è possibile che la velocità di scatto più bassa presente nella nostra fotocamera non sia sufficiente ad evitare una foto sovraesposta.
Si può allora ovviare a questo problema attraverso l’uso dei filtri a densità neutra o ND (Neutral Density filter in inglese).
I filtri a densità neutra sono filtri in vetro o in resina che, montati di fronte all’obiettivo, riducono la quantità di luce che entra nell’obiettivo stesso senza alterarne la tonalità.
Il filtro ND assorbe la luce permettendo di aumentare i tempi di scatto. Questi filtri possono essere distinti sulla base della loro capacità di “assorbire” la luce.
Un filtro ND da 1 stop permette di dimezzare la luce che entra nell’obiettivo ed è quindi necessario raddoppiare il tempo di scatto per avere la stessa esposizione ottenuta senza filtro.
Un filtro da 6 stop permette di ridurre di 64 volte la luce che entra nell’obiettivo e quindi di allungare di 64 volte i tempi di scatto.
Questo perché ad ogni stop la quantità di luce che entra nell’obiettivo si dimezza e di conseguenza 6 stop corrispondono a 2 alla potenza di 6 ovvero (2 x 2 x 2 x 2 x 2 x 2) = 64.
A livello commerciale i filtri vengono spesso indicati con il numero di volte che permettono di allungare i tempi di scatto.
I più comuni in commercio sono: ND2 (1 stop), ND4 (2 stop), ND8 (3 stop), ND16 (4 stop), ND32 (5 stop), ND64 (6 stop), ND128 (7 stop) e ND1024 (10 stop). I filtri ND1024 vengono spesso commercializzati con il nome ND1000.
Esempio pratico: Immaginiamo di fotografare una cascata, ma l’esposizione corretta di ½ secondo non ci permette di ottenere un bell’effetto seta dell’acqua.
Usando un filtro ND16 abbiamo una riduzione della luce che entra nell’obiettivo di 4 stop e questo ci permette di allungare la nostra esposizione a 8 secondi (0,5 sec à 1 sec à 2 sec à 4 sec à 8 sec) che è un tempo sufficiente per ottenere l’effetto desiderato (Fig. 1).
Un altro esempio dell’utilità dei filtri ND può essere fornito dalla volontà di scattare un ritratto con un diaframma molto aperto in pieno giorno per ottenere un bell’effetto sfuocato alle spalle del nostro soggetto.
Aprendo ad il diaframma ad f/1.8 avremo una grande quantità di luce che colpisce il sensore che produrrebbe una foto sovraesposta se non riducessimo i tempi di scatto.
Spesso le macchine fotografiche hanno tempi di scatto non inferiori a 1/4000 di secondo che potrebbero comunque non essere sufficienti ad evitare una foto sovraesposta.
Si può allora usare un filtro ND da 1 o 2 stop per poter avere l’esposizione corretta della foto anche con un diaframma molto aperto.
I filtri ND sono principalmente di due tipi: a vite o a lastra. I filtri a vite si avvitano direttamente sulla filettatura disponibile in tutte gli obiettivi.
Questi filtri sono molto compatti e non hanno bisogno di nessun accessorio per essere utilizzati.
Lo svantaggio dei filtri a vite è che gli obiettivi possono avere diametri della filettatura differenti costringendoci a comprare più filtri nel caso in cui volessimo utilizzarli su più lenti del nostro corredo.
I filtri a lastra sono appunto delle lastre di resina o vetro ottico che possono essere inseriti su un sistema porta filtri chiamato holder.
L’holder si monta sull’obiettivo tramite anelli adattatori che permettono anche di montarlo su obiettivi con diametri della filettatura differenti.
Una volta in posizione è possibile infilare uno o più filtri a lastra all’interno dell’holder. Se inseriamo contemporaneamente nell’holder un filtro ND4 (2 stop) e un filtro ND16 (4 stop) otterremo lo stesso effetto di un filtro ND 64 (6 stop).
I filtri possono essere anche molto costosi in base alle loro dimensioni e qualità. Alcune lenti ultragrandangolari sono infatti caratterizzate da un elemento frontale sporgente che impone l’uso di filtri da 150mm di lunghezza.
Questi filtri sono più costosi rispetto ai filtri da 100mm. Filtri di bassa qualità sono generalmente sconsigliati perché possono ridurre la nitidezza generale e possono anche introdurre delle dominanti di colore indesiderate donando alle foto un aspetto bluastro o magenta che può essere difficile da eliminare in post-produzione.