Il tempo di scatto corrisponde al tempo totale per cui decidiamo di esporre il sensore (o pellicola) alla luce al fine di catturare un’immagine.
Il tempo di scatto viene misurato in secondi e può variare molto in base al tipo di scena che vogliamo riprendere.
Raddoppiare o dimezzare il tempo di scatto, mantenendo inalterate le altre impostazioni della nostra fotocamera, significa raddoppiare o dimezzare la quantità di luce che raggiunge il sensore.
Aumentando il tempo di scatto da 1/500 di secondo a 1/250 di secondo significa quindi aumentare di uno stop l’esposizione (Fig. 1).
Il minimo tempo di scatto cosi come il massimo tempo di scatto disponibili in una fotocamera dipendono dal modello.
Generalmente il tempo più rapido di scatto nelle fotocamere moderne è 1/4000 di secondo, con alcuni modelli capaci di arrivare anche ad 1/8000.
Al contrario, il tempo di scatto più lungo selezionabile in camera è solitamente di 30 secondi e per tempi di scatto più lunghi è necessario l’ausilio di un telecomando esterno.
Selezionando tempi superiori ai 30 secondi, la fotocamera entra in modalità “bulb” in cui lo scatto comincia quando si preme il pulsante di scatto e continua fino a quando questo non viene rilasciato.
I tempi dal secondo in poi sono indicati con il simbolo ( ” ) che significa appunto secondi. In questo modo è semplice distinguerli dai tempi inferiori al secondo che sono sprovvisti di questo simbolo (Fig. 2).
Tempi inferiori al secondo sono inoltre rappresentati come frazioni di secondo come 1/1.6 che corrisponde a 0.625 s oppure 1/250 che corrisponde a 0.04 s.
Per i tempi inferiori al secondo, sul display della nostra fotocamera vedremo esclusivamente il denominatore della frazione.
Ad esempio quando leggeremo sul display 1.6 significa che la nostra velocità di scatto è 1/1.6 s ovvero 0.625 s. Se invece leggessimo 4″ significa che la nostra velocità di scatto è di 4 s (Fig. 3).
A cosa serve allora il telecomando esterno se possiamo semplicemente tenere premuto il pulsante per tutto il tempo che vogliamo una volta che siamo in modalità bulb?
Mantenere il dito sul pulsante di scatto per molti secondi provocherebbe inevitabilmente dei movimenti della fotocamera che risulterebbero in una fotografia mossa.
Per ovviare a questo inconveniente, dopo aver montato la fotocamera sul treppiede, si può collegare un telecomando dotato di blocco del pulsante di scatto.
In questo modo possiamo attivare la camera da remoto e mantenere il pulsante di scatto premuto per il tempo desiderato senza incorrere in foto mosse. Questo genere di modalità è utile soprattutto nella fotografia paesaggistica.
Tempi molto brevi (1/1000 sec, 1/2000 sec…) possono essere utilizzati per “bloccare” soggetti in movimento.
Ad esempio, nella fotografia sportiva si utilizzano tempi di scatto che sono intorno a 1/1000 di secondo (o inferiori) per congelare il movimento degli atleti ed evitare il mosso (Fig. 4 e Fig. 5).
Questa regola non è però valida nel 100% dei casi. Si può decidere di aumentare il tempo di scatto per creare effetti artistici nella fotografia sportiva come nel caso del panning.
I tempi di scatto devono necessariamente allungarsi in alcune circostanze come quando ad esempio si fotografano paesaggi al crepuscolo oppure in notturna.
In questi casi la quantità di luce ambientale disponibile è minima, per cui aumentare il tempo di scatto a diversi secondi (o anche minuti), può essere necessario per ottenere un’immagine correttamente esposta (Fig. 6).
Un altro esempio in cui possiamo decidere di allungare i tempi di scatto nella fotografia paesaggistica è quando vogliamo creare effetti artistici particolari come ad esempio l’effetto seta per l’acqua in movimento.
Se fotografiamo una scena statica con l’acqua del fiume in movimento possiamo decidere di allungare i tempi di scatto cosi che il movimento dell’acqua venga catturato dal sensore per alcuni secondi ed appaia nell’immagine finale come un elemento morbido (Fig. 7 e 8).