Ci siamo. Come ogni anno ci stiamo avvicinando sempre di più alla possibilità di fotografare le stelle e la via lattea, ma come fotografarle? Quale obiettivo per fotografare le stelle si deve utilizzare?
Ormai sappiamo che il periodo migliore va da Marzo a Settembre, quando il nucleo della via lattea è ben visibile.
Ovviamente questa diventa l’occasione per osservare un cielo notturno più interessante ma non bisogna sottovalutare anche quello invernale.
Sommario
Introduzione
Non tutti ma tantissimi fotografi paesaggisti dedicano tante ore alla notte.
Laddove essa non rappresenta più un momento per riposare ma per esplorare, per stupirsi e per ammirare stelle, via lattea e, non di meno, aurore polari.
E quando il nucleo della via lattea diventa visibile, le nostre foto notturne acquisiranno un sapore ancora più straordinario ed incantevole.
Vale assolutamente la pena scattarle con la tua fotocamera.
Ecco allora che si pone la solita, annosa circostanza di doversi munire di un obiettivo per fotografare le stelle scegliendolo tra quello migliore “in assoluto” o tra quello migliore in rapporto qualità-prezzo.
E questo articolo giunge proprio in vostro aiuto.
Descriveremo le caratteristiche che rendono alcune lenti migliori di altre per la fotografia di paesaggi di stelle e notturne, analizzandole per caratteristiche ideali.
Obiettivo per fotografare le stelle: i requisiti essenziali
Più di quasi ogni altro tipo di attrezzatura, un obiettivo per fotografare le stelle deve soddisfare una vasta gamma di particolari requisiti, quali:
- Grande apertura
- Ampio angolo di campo
- Elevata nitidezza
- Basso coma
- Bassa vignettatura
Grande Apertura
Di notte è una guerra di fotoni! Un’ampia apertura ( e per ampia intendiamo numeri f bassi come ad esempio f2.8) consente di illuminare maggiormente il sensore della fotocamera e non sbilanciare il rapporto tra ISO/luce reale;
Ampio angolo di Campo
Mentre la Terra gira, a meno che non abbiate un’astroinseguitore, le stelle nella foto iniziano a lasciare la loro scia di movimento se l’esposizione supera una certa lunghezza.
Questo rischio, a parità di tempi più brevi di esposizione, si riduce quando si impiega un obiettivo per fotografare le stelle con una lunghezza focale molto corta.
Quindi, con un obiettivo grandangolare, puoi utilizzare tempi di posa più lunghi e lasciare più luce sul sensore della fotocamera.
Considera anche che l’ampio angolo di campo (lunghezza focale corta) è utile per includere un paesaggio sotto le stelle e per inquadrare, ad esempio, una porzione più ampia possibile della parte più bella della via lattea;
Elevata Nitidezza
Per la fotografia notturna diventa essenziale un obiettivo molto nitido e “tagliente”. Questo perché si effettuano riprese a diaframmi aperti e, in questa circostanza, alcuni obiettivi sono significativamente meno nitidi di altri a parità di tutta apertura;
Basso Coma
Le lenti, soprattutto ai bordi, possono soffrire di fenomeni di coma.
Il coma si verifica, in ottica, quando un punto di luce non è più puntiforme ma assume una forma anomala, sembrando quasi una macchiolina più che un punto nitido e preciso.
Le buone lenti hanno meno coma rispetto a quelle entry-level.
Bassa Vignettatura
Se gli angoli della foto sono eccessivamente scuri, è necessario schiarirli in fase di post-produzione.
Niente di preoccupante se si scatta in piena luce ma problematico, all’occorrenza, nella fotografia notturna poiché il recupero di zone scure aggiunge molto rumore;
Cosa serve ad un obiettivo per fotografare le stelle?
In buona sostanza le funzioni più importanti di un obiettivo per fotografare le stelle sono:
- l’apertura massima
- lunghezza focale ampia
Proprio perché queste caratteristiche influiscono sulla quantità di luce che raggiunge il sensore della fotocamera.
Non solo serve un obiettivo per fotografare le stelle, ma…
Prima di immergerci più a fondo, oltre a saper scegliere bene un obiettivo per fotografare le stelle, dobbiamo spendere qualche parola anche sulla famosa regola del 300.
A dire il vero, come doverosa premessa, questa è più conosciuta come regola del “500” (a volte anche “600”) ma questi valori, per consolidata esperienza personale, sono fin troppo rischiosi e poco attendibili.
Un altro fattore importantissimo che ci porta a dover diminuire questo valore fino ad un “ragionevoIe” 300, risiede nel fatto che le nuove fotocamere hanno sempre più pixel, il che significa che possono arrivare a rilevare movimenti delle stelle sempre più piccoli.
La regola del 300
Questa regola afferma che – per evitare stelle mosse – il tempo di posa più lungo che puoi usare è pari a 300 diviso per la lunghezza focale della tua lente.
Ad esempio, se la lunghezza focale è 20 mm, la regola 300 indica che è possibile utilizzare una velocità dell’otturatore di 300/20 = 15 secondi.
Ecco una utile indicazione di esempio dei tempi di posa più lunghi che puoi utilizzare per fotografare le stelle per una determinata lunghezza focale degli obiettivi più diffusi:
11 mm: 27,7 secondi
12 mm: 25 secondi
14 mm: 21,4 secondi
16 mm: 18,7 secondi
18 mm: 16,6 secondi
20 mm: 15 secondi
24 mm: 12,5 secondi
28 mm: 10,7 secondi
35 mm: 8,5 secondi
50 mm: 6 secondi
85 mm: 3,5 secondi
L’elenco soprariportato può essere considerato una buona guida, ma ti consigliamo sempre di verificare sul campo quanto suggerito.
Dalla mia personale, lunga, esperienza, ho rilevato anche che un cielo estremamente pulito, secco, con assenza di inquinamento luminoso e con stelle molto visibili e luminose, tende a far venire mosse le stelle più velocemente (proprio perché entra più luce nel sensore grazie a queste condizioni estremamente favorevoli).
Attenzione:
i numeri sono indicativi per fotocamere a pieno formato. Se si dispone, ad esempio, di un obiettivo da 18 mm su una fotocamera con sensore ridotto da 1,5x (parlando di Nikon.
Canon ha un fattore di crop del sensore ridotto da 1,6x), sarà necessario considerare di possedere un 28 mm equivalente (per ulteriori chiarimenti guarda qui)
Obiettivo per fotografare le stelle: una combinazione di apertura e lunghezza focale
Rispondete velocemente: qual è il migliore obiettivo per la fotografia notturna? Un obiettivo da 14 mm f2.8 o un obiettivo da 24 mm f1.8?
La regola del 300/500/600 favorisce il 14mm, ma il 24mm ha un’apertura decisamente più ampia.
Per calcolare quale effettivamente lascia entrare più luce, dovresti vedere se l’ampia apertura del 24mm compensa l’esposizione più lunga del 14mm.
Le cose si complicano ulteriormente quando inizi a utilizzare obiettivi su fotocamere con diverse dimensioni del sensore.
Cosa è meglio di notte, un obiettivo 7mm f2.8 su una fotocamera micro 4/3 o un obiettivo 24mm f4 su una fotocamera full-frame?
Tutte domande estremamente complesse nella loro risposta che trovano una maggiore definizione nella pratica sul campo in rapporto agli ISO che dovranno essere impiegati.
Ritengo estremamente utile, per scegliere un obiettivo per fotografare le stelle, trovare la giusta combinazione di questi fattori di apertura e lunghezza focale insieme agli ISO.
Dovremo scegliere noi se riteniamo un segnale più pulito e luminoso da impiegare ISO molto elevati con diaframmi più chiusi o ISO meno elevati con, magari, diaframmi più aperti.
Obiettivo per la fotografare le stelle: profondità di campo durante la notte
Considerando quanto detto sopra, un obiettivo 14-24mm f2.8 risulta ragionevolmente migliore di un 50 mm f1.4 per la fotografia notturna proprio perché ha maggiore profondità di campo.
Gli angoli ampi hanno una profondità di campo maggiore rispetto a qualsiasi altro obiettivo.
Un 14mm f2.8 è quasi perfetto per catturare l’intero paesaggio a fuoco, da 1,2 metri alle stelle, consentendoci di considerare in maniera sostanziale e creativa il panorama sottostante.
In confronto, il 50mm f1.4 restituisce un’immagine nitida da 30 metri in poi, ma è pur vero che con quella focale si possono fotografare porzioni di cielo specifiche senza considerare altro (magari assistiti da un’astroinseguitore).
Anche con un obiettivo per fotografare le stelle grandangolare, tuttavia, avrai ancora problemi a mettere a fuoco tutto di notte.
La fisica sta semplicemente lavorando contro di te. Bisogna, intanto, privilegiare il cielo come messa a fuoco. Una buona tecnica è quella di utilizzare il live view e focheggiare ingrandendo con lo zoom una stella.
Successivamente cercare, con l’ausilio di una applicazione, di determinare qual è la distanza iperfocale per poter, con buona approssimazione, verificare se anche il panorama sottostante sia completamente a fuoco.
Doppia esposizione e focus stacking
Anche la soluzione di una doppia esposizione potrebbe essere difficoltosa.
La chiusura del diaframma per assicurarci un’ottima profondità di campo, comporterebbe una lunghissima esposizione con il rischio di generare rumore termico difficilmente controllabile in post produzione.
Analogamente un focus stacking potrebbe ridurre, a parità di diaframma a tutta apertura, il problema della profondità di campo su tutto lo scatto, ma risulterebbe difficoltoso da mettere in pratica dovendo cambiare punto di messa a fuoco nell’oscurità.
Conclusioni
In conclusione, abbiamo avuto modo di osservare che la fotografia notturna è uno dei modi più impegnativi per utilizzare la tua attrezzatura, e non tutti gli obiettivi sono all’altezza del compito.
Insieme alle difficoltà di qualità dell’immagine attese (nitidezza, vignettatura e coma), devi trovare il modo di lavorare con il minimo di luce possibile per creare le tue immagini.
Gli unici strumenti a tua disposizione – tempo di posa e diaframma – verranno spinti fino al punto massimo.
E’ una situazione complessa e, a tratti frustrante, ma vale assolutamente la pena.
La prima volta che porterai a casa una buona foto della Via Lattea o di un cielo stellato, sarai ampiamente ripagato dalla tua attrezzatura e dalla tua perseveranza, E non solo!
La parte più difficile di tutte?
Restare fuori tutta la notte in primo luogo. Magari al freddo, magari in zone totalmente impervie, magari dopo ore di cammino. Ma se lo farai, stai pur certo che seguiranno comunque sempre buone immagini.