Oggi voglio raccontarti di come ho risolto un problema che durante le sessioni fotografiche notturne mi capitava spesso di incontrare, soprattutto nelle notti molto umide e fredde: la condensa. Al mare, in montagna o in collina il fenomeno è sempre lo stesso: la lente che si appanna e tu che ad ogni scatto sei costretto a pulire (a volte anche a fatica) con una pezza la condensa che si è formata sul vetro frontale. Mi sono deciso a trovare una soluzione quando, quest’estate, mi sono trovato costretto a sospendere più di una sessione fotografica dedicata allo star-trail, vanificando ore e ore di lavoro. Quella sera mi sono ripromesso che avrei fatto di tutto per cercare di risolvere il problema.
Il motivo di una lente che si appanna è molto semplice e del tutto naturale (non è assolutamente colpa dell’obiettivo!): succede quando la temperatura esterna è molto fredda o umida e noi magari tiriamo fuori la fotocamera dallo zaino e dalla macchina con temperature decisamente più calde; il vetro della lente a contatto con l’aria fredda tende a raggiungere più velocemente la temperatura esterna (fredda) mentre il corpo macchina, al suo interno, continua a trattenere il calore. Ed è proprio in questo momento che comincia a formasi quella fastidiosa condensa che fa appannare l’obiettivo; la stessa cosa avviene al contrario, ed è quello che è capitato proprio a me: dopo qualche ora di foto notturne ad una quota di 2000mt, la fotocamera si era decisamente “congelata”; sono sceso più a valle per cercare di trovare nuovi scorci da fotografare e BAM! improvvisamente la temperatura esterna era salita (ero sceso a circa 1200mt) mentre la fotocamera aveva mantenuto la temperatura dei 2000mt; in pochi secondi mi sono visto coprire tutta la lente frontale di quella condensa e non sono riuscito più a fotografare.
Metodo economico per evitare la lente che si appanna
Cercando qua e là per i forum e in giro su internet mi sono accorto che erano in molti i fotografi che lamentavano il mio stesso problema, ma nessuno che avesse una vera e propria soluzione e soprattutto che fosse economica.
Fino a quando ho trovato una soluzione a dir poco impensabile: lo scalda mani.
Questo accessorio, facilmente reperibile su Amazon, serve per scaldare mani e piedi delle persone molto freddolose, proprio come me; infatti, attraverso un processo chimico che avviene all’interno del “cerotto”, la superficie dell’oggetto is scalda, provocando del calore che dura anche fino a più di 20 ore.
Per aggirare il problema della lente che si appanna, quindi, ho applicato sul mio obiettivo questo “scalda mani”: per sorreggerlo ho utilizzato un elastico ma tu puoi usare anche una fascia con lo “strip-strap”, ricordati però di regolare prima la lunghezza focale e la messa a fuoco, perché dopo sarà molto scomodo sistemarli.
Un unico appunto mi sento in dovere di farlo: fai attenzione al calore sprigionato da questi oggetti; a seconda della marca e del tipo alcuni possono essere più caldi di altri, quindi per evitare di rovinare l’obiettivo, testa quanto calore sono in grado di emanare prima di fissarlo sull’obiettivo. Se il calore dovesse essere troppo eccessivo, prova a cambiare marca (quelli che trovi qui sopra della hot hands, li ho provati e sono perfetti) oppure ricordati di attivarli qualche ora prima della tua sessione fotografica, in modo da far passare il picco di calore più alto.
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