Come calcolare l’iperfocale per avere la massima nitidezza

Ogni fotografo sa quanto sia importante la profondità di campo e quanto essa determini gli sviluppi più o meno interessanti di una fotografia. Ci sono delle volte che per esaltare il soggetto si preferisce aprire il diaframma per avere una profondità di campo molto ridotta, altre volte, invece, abbiamo bisogno che tutto quanto sia a fuoco e ben nitido all’occhio, come nella fotografia di paesaggio. La regola vuole che per avere una maggiore profondità di campo è fondamentale chiudere il diaframma dell’obiettivo, ma quando abbiamo soggetti in primo piano e uno sfondo molto lontano,specie se stai utilizzando un obiettivo tele-zoom (maggiore lunghezza focale corrisponde ad una minore profondità di campo ndr.), avere tutto nitido risulta impossibile. Come fare? Sicuramente avrai sentito parlare di “iperfocale”, ma allo stesso tempo ti sarai chiesto cos’è di preciso? Come calcolare l’iperfocale?

Come calcolare l’iperfocale per avere la massima profondità di campo

Innanzitutto cerchiamo di capire cos’è l’iperfocale:

L’iperfocale è la distanza più ravvicinata alla quale un obiettivo riesce mettere a fuoco mantenendo il più possibile a fuoco gli oggetti che sono verso l’infinito.

Da come si può intuire, l’iperfocale è in stretta relazione con l’apertura ƒ del diaframma e con la lunghezza focale dell’obiettivo. Preso per assodato il concetto di profondità di campo, vediamo come ottenere il massimo della nitidezza e come calcolare l’iperfocale di ogni obiettivo.

Esiste una formula matematica (fonte Wiki.) adatta a calcolare l’iperfocale di un qualsiasi obiettivo ed è riassumibile in:

dove H sta per la distanza iperfocale misurata in mm, ƒ corrisponde alla lunghezza focale, N all’apertura del diaframma e C il circolo di confusione (per APS-C è calcolato su 0,016mm, mentre per full-frame è 0,026mm). Facciamo un esempio: ci troviamo davanti un paesaggio con una fotocamera full-frame e come obiettivo abbiamo un 35mm, abbiamo impostato come diaframma ƒ/11 e vogliamo sapere qual’è il punto esatto della distanza iperfocale.

distanza iperfocale = (35×35) \ (11×0,026) 

Il risultato sarà di 4.283 mm, quindi la nostra distanza iperfocale si troverà a 4,3 mt circa dal sensore della fotocamera. Bene, ma adesso come sfrutto a mio vantaggio questi dati? Come posso ottenere la maggior profondità di campo?

Adesso che hai calcolato la distanza iperfocale, dovrai ricordarti che la profondità di campo si estenderà per circa metà davanti al punto della distanza iperfocale e all’infinito dietro; in parole povere, prendendo sempre l’esempio di prima, scattando con un 35mm a ƒ/11 avremo la profondità di campo che varia da 2,1mt circa ad infinito. Con questi dati adesso sarà più facile prendere coscienza di cosa risulterà nitido all’occhio umano e cosa no.

L’uso dell’iperfocale, quindi, abbiamo capito che è utile al fotografo per conoscere quale sarà la profondità di campo e cioè cosa sarà a fuoco e cosa no all’interno della nostra fotografia; quindi l’iperfocale serve sostanzialmente a chi fa soprattutto foto di paesaggio e deve avere tutto a fuoco, dal primo piano all’infinito.

Se vuoi ridurre l’iperfocale, di conseguenza dovrai diminuire la tua lunghezza focale e aumentare la chiusura del diaframma, ecco perché nella fotografia di paesaggio i grandangolari riescono a mantenere a fuoco tutto un paesaggio, mentre con un tele-zoom risulta tutto più complicato. Ti basta pensare che un 200mm a f/11 avrà una distanza iperfocale che si trova a 140 metri circa e una profondità di campo che si estenderà da 70 metri circa a infinito, un po’ scomodo se hai soggetti in primo piano più vicini.

Se non sai come calcolare l’iperfocale o ancora ti risulta difficile, puoi sempre utilizzare siti internet come DOFmaster che ti aiutano nel calcolare esattamente l’iperfocale di ogni lunghezza focale e a qualsiasi apertura di diaframma.

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